17 maggio: le seconde alla fornace Gaiero
martedì, 11 giugno 2019
Argomenti
La lavorazione della creta e la fornace Gaiero di Dogliani.
Il laboratorio con la creta
Nel mese di aprile noi alunni delle classi seconde di Dogliani abbiamo seguito una lezione con il proprietario della fornace, Arrigo Gaiero, che ci ha raccontato brevemente la storia della creta e ci ha parlato dei vari tipi di terre da modellare, con tutte le loro caratteristiche. Dopo la spiegazione è passato subito alla parte pratica, mostrando ai ragazzi come si lavora questo materiale, anche con l’uso di apposite formine e stampini. Gli alunni hanno realizzato dei piccoli manufatti, che poi verranno essiccati al sole e cotti proprio nell’antica fornace.
Elisabetta F., II B
La visita alla fornace
Venerdì 17 maggio, accompagnati dai docenti di italiano e di arte, siamo andati fino alla fornace, candidata fra i luoghi del cuore FAI nel 2019, per visitarla. Ad attenderci c’era il signor Arrigo, che ci ha subito mostrato due tipi di stampi: uno per fare i mattoni e uno per fare i vasi. La prima differenza tra i due stampi è il materiale, infatti quello per i mattoni è fatto in legno, mentre quello per i vasi è in gesso. La seconda differenza è il tipo di impasto: per i vasi deve essere più asciutto. La terza e ultima diversità è che lo stampo per il mattone è composto da un unico pezzo, al contrario di quello del vaso, composto da una struttura base e da altri piccoli pezzettini, che servono per le decorazioni laterali.
Abbiamo poi visto la mattoniera: una macchina che poteva produrre fino a 2960 mattoni all’ora; fu inventata durante la Rivoluzione Industriale.
Cecilia N., II C
Terminata la prima parte di spiegazione, la comitiva è stata condotta a vedere le macchine e la vera e propria fornace. L’impianto è un grande forno Hoffmann detto “a cattedrale” inventato nel 1850; ha forma ellittica, con varie aperture laterali per introdurre i mattoni. Durante la cottura, il fuoco avanzava poco per volta, e riscaldava le gallerie fino ad arrivare a più di 1000 gradi.
Noemi R., II A
Il forno è lungo cinquanta metri, con delle porticine ogni cinque metri circa. Sopra la volta, ci sono dei buchi per introdurre il combustibile. Questo forno era molto efficiente, perché il fuoco si spostava, così si riusciva a togliere i mattoni già cotti senza dover spegnere il forno e poi doverlo riaccendere. Prima funzionava a legna, poi a carbone e adesso a gas. I mattoni si cuocevano in quattro-cinque giorni e quattro-cinque notti. All’inizio, il forno si alimentava a mano, poi è stato fatto un impianto a carbone, costituito da una paletta e da una ruota regolate ad aria, che, in base a come venivano impostate, mandavano più lentamente o più velocemente il carbone dentro il forno.
Alcune famiglie, che abitavano alle Fornaci, vicino a Monchiero, fabbricavano dei mattoni, che venivano poi fatti cuocere a Dogliani. Le famiglie venivano pagate per i mattoni che portavano; capitava però a volte che disgraziatamente, a causa di uno scrollone, si rompesse un laterizio, con conseguente danno economico. Allora gli uomini si sono ingegnati e hanno inventato una carretta con gli ammortizzatori! E questo già a partire dalla fine del 1700!
Cecilia R., II B
Adesso i forni hanno ognuno la propria ciminiera, non hanno più due gallerie, ma sono lunghi 100 metri e sono alimentati a gas. Il fuoco non viene mai spento e i mattoni da cuocere vengono messi su un carrello che entra ed esce dal forno. Una volta, nella fornace di Dogliani lavoravano ben 80 persone, compresi bambini e adulti; adesso ci lavora solo Arrigo Gaiero.
Matilda P., II B