DIARIO RIFLESSIVO SUI DIALOGHI FILOSOFICI
lunedì, 17 giugno 2019
Argomenti
Durante questo anno scolastico la classe II C ha affrontato in classe, per la prima volta, i dialoghi filosofici, incentrati sul tema della bellezza, declinata a diverse chiavi di lettura: la bellezza di ciò che ci riserva il destino, quella di essere diversi per genere ed eccezionali in quanto individui, infine il bello di essere sani, nel corpo e nella mente, argomento, quest'ultimo, che la classe continuerà a sviluppare il prossimo anno. Il lavoro conclusivo proposto è un diario riflessivo di classe, steso a più mani, dove ciascun autore ha concluso, inserendo un proprio commento personale.
Prof.ssa Fia Alessia
Per tre settimane di fila, durante le ultime due ore del mercoledì, abbiamo partecipato ad un’attività particolare, che ha coinvolto tutta la classe: “I dialoghi filosofici”. In che cosa consiste? Tutti gli alunni si mettono coi banchi in cerchio, in modo che possano discutere/esprimere le proprie opinioni faccia a faccia, mentre un insegnante li guida, dando loro degli spunti riflessivi.
Il primo mercoledì abbiamo trattato l’argomento della fortuna, che spesso va a braccetto con quello del destino e della scaramanzia.
Per quanto riguarda il secondo giorno l’argomento era la tolleranza, qui l’opinione generale era molto simile, il classico “siamo tutti uguali”.
Ed infine, nel terzo giorno, si è parlato delle dipendenze, di ogni tipo.
Davide
LA FORTUNA
«Maestro mio», diss' io, «or mi dì anche:
questa fortuna di che tu mi tocche,
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?».
E quelli a me: «Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v'offende!
Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche.
Colui lo cui saver tutto trascende,
fece li cieli e diè lor chi conduce
sì, ch'ogne parte ad ogne parte splende,
distribuendo igualmente la luce.
Similemente a li splendor mondani
ordinò general ministra e duce
che permutasse a tempo li ben vani
di gente in gente e d'uno in altro sangue,
oltre la difension d'i senni umani;
per ch'una gente impera e l'altra langue,
seguendo lo giudicio di costei,
che è occulto come in erba l'angue.
Vostro saver non ha contasto a lei:
questa provede, giudica, e persegue
suo regno come il loro li altri dèi.
Le sue per mutazion non hanno triegue:
necessità la fa esser veloce;
sì spesso vien chi vicenda consegue.
Quest' è colei ch'è tanto posta in croce
pur da color che le dovrien dar lode,
dandole biasmo a torto e mala voce;
ma ella s'è beata e ciò non ode:
con l'altre prime creature lieta
volve sua spera e beata si gode.
Dante (Inferno, CANTO VII, vv.67-96)
Il nostro primo argomento era la fortuna e, di conseguenza, anche la sfortuna: cosa pensiamo su di esse, come pensiamo di essere riguardo a ciò, se possediamo oggetti che possono avere il potere di talismani. In questa prima giornata siamo stati un po’ timorosi e insicuri, non abbiamo espresso del tutto le nostre opinioni e, alcuni di noi, non hanno parlato, perchè era la prima volta che facevamo una lezione del genere e parlato con un filosofo.
Giulia
Il primo mercoledì abbiamo trattato l’argomento della fortuna, che spesso va a braccetto con quello del destino e della scaramanzia. Il pensiero comune è stato: “La fortuna non esiste, ma è il destino che ci guida e fa prendere le nostre decisioni” oppure “La fortuna non esiste, ma è l’impegno che ci porta avanti nella vita” o simili.
Davide
Mercoledì 3 aprile, in classe, abbiamo svolto dei dialoghi filosofici con un insegnante esperto, il Prof. Eddi Vencia. Dopo le presentazioni abbiamo parlato di che cos’è la Filosofia e del filosofo “ideale” cioè quello che noi ci immaginiamo.
Dopo aver analizzato la parola Filosofia siamo giunti alla conclusione che il filosofo è colui che ama la sapienza, dal greco PHILOS=amico e SOPHOS=sapienza. Poi l’esperto ci ha chiesto di descrivere un filosofo “stereotipato”: anziano, barba bianca e lunga, con gli occhiali tondi e spessi o con una lunga veste.
A seguito di questa introduzione sulla Filosofia e su chi è un filosofo, siamo arrivati al tema principale: la Fortuna.
Cecilia
Durante il primo incontro l'esperto ci ha fatto scrivere il significato di filosofia e ci ha fatto riportare su un foglio una tabella, scritta alla lavagna, con degli esempi di domande semplici, scientifiche e filosofiche.
Nicola
L'esperto ci ha chiesto che cos’è per noi il concetto di fortuna, sfortuna e destino. Ognuno ha espresso la propria opinione e da lì abbiamo tirato fuori altri argomenti. Dopodiché ci ha fatto scegliere uno di tre aforismi, io ho optato per questo: “Sai cos’è la fortuna? E’ credere che sei fortunato, ecco tutto”.
La maggior parte di noi l’ha scelto. Io sono d’accordo, perché se non credessi in me stessa, non riuscirei ad “andare avanti”.
Questo l’ho capito pattinando e gareggiando. Poi ovviamente non esiste sempre la fortuna,ma esiste anche il talento, il successo. La prima immagine che è stata rappresentata alla LIM è stata quella di un quadrifoglio e di una coccinella; l'esperto ci ha chiesto se crediamo nella fortuna degli oggetti, io ho detto che non ci credo, anche se la mia insegnante di pattinaggio ci ha regalato degli orecchini portafortuna per le gare, certo non serviranno a niente, ma indossarli ti fa credere che ce la puoi fare! Dopo ci ha fatto vedere l’immagine di un gatto nero e tanti hanno detto che non porta assolutamente sfortuna, perché è un gatto identico agli altri: non deve cambiare il valore solo dal colore del pelo!
Alla fine dell’ora ognuno ha scritto una frase sulla fortuna su un bigliettino giallo. Io ho scritto: "Non esiste sempre la fortuna, quello che conta quasi sempre è il talento e la bravura".
Alice
L’insegnante ha letto degli aforismi sulla fortuna, di cui dovevamo sceglierne uno, poi ha letto una storiella zen, in seguito ci ha mostrato alcune immagini di oggetti che portano fortuna ed altri che portano sfortuna e ne abbiamo discusso.
Infine ciascuno ha scritto, su post-it, il proprio pensiero sulla fortuna.
Federico
Aforismi
1)Ricorda che non ottenere ciò che vuoi è a volte un meraviglioso colpo di fortuna.
(Dalai Lama)
2)Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo degli altri?
(Jean Cocteau)
3) Sai cos’è la fortuna? È credere che sei fortunato, ecco tutto.
(Anonimo)
Dopo abbiamo chiarito il concetto di fortuna, esprimendo il nostro parere riguardante ad essa: tutti noi non crediamo in lei, pensiamo solo che sia il destino a prevedere le cose che ci accadono. In seguito l'esperto ci ha mostrato una breve storia alla LIM, riguardante la vita di un vecchio, che non fa intendere alle persone se quello che gli accade sia un bene o un male.
Poi ci ha mostrato degli aforismi scritti da persone che esprimono il loro parere riguardante la fortuna e ci ha fatto scrivere su un post-it la frase che più ci rispecchia restando, però, anonimi.
Infine ci ha fatto inventare una frase per esprimere al meglio il nostro concetto di fortuna.
Sofia
Estratto dei Dialoghi filosofici
Dialogo 1: LA FORTUNA
Scelta degli aforismi
Esperto: “Tu quale aforisma hai scelto?”
Alunna 1: Io il numero 3 ovvero - “Sai che cos’è la fortuna? È credere di essere fortunato. Ecco tutto!”
Esperto: “Perché hai scelto questo?”
Alunna 1: “Perché in alcuni aspetti mi sento fortunata, anche di più rispetto agli altri, ma, altre volte, mi viene da pensare di essere meno fortunata ....”
Esperto: “In quali aspetti ti senti più fortunata?”
Alunna 1: “Vivo in condizioni ottimali!”
L'alunna 1 esprime il suo punto di vista a livello globale, cosmico.
L'esperto invita l’intera classe al dialogo.
Interviene Alunno 2:
“Io penso di essere fortunato […] quando penso alle persone malate, so di essere fortunato”
L'esperto incalza: “ Chi di voi si sveglia al mattino e pensa di essere fortunato, nel suo bel corpo, della cui salute ringrazia..?..sinceri...”
Alunna 3: “ Beh.. poche volte mi capita di svegliarmi e dire per lo meno mi sono svegliata, c’è a chi non capita più..”
L'alunna 3 ha toccato un punto esistenziale: la morte.
L'esperto allarga il numero dei partecipanti al dialogo: “Ma allora perché ci sono persone fortunate ed altre meno? Perché lui é malato ed io no?”
La maggior parte dei dialoganti, in concordia ed all’unisono risponde: “Perchè è il destino!”
L'esperto: “Che cos’è il destino?”
La classe inizia il vero dialogo, si crea uno scambio di parole ed opinioni, in una sorta di dibattito interno, da cui emerge la voce dell'alunna 4: “Il destino è ciò a cui si è destinati ad essere, esistere.”
L'esperto: “Per cui non si può cambiare ciò che si è destinati ad essere?”
La classe si oppone alla visione fatalista e, a più voci, è concorde nel sostenere che si può cambiare.
L'esperto chiede ai dialoganti “A quanti di voi è capitato di voler cambiare qualcosa della sua vita?”
Pochi partecipano all’appello e la maggior parte non vuole svelare la natura del cambiamento.
L'esperto introduce un lavoro sulle immagini, legate alla fortuna o di essa rappresentative, per invitare la classe a ragionare sugli stereotipi, in particolare sulla raffigurazione della dea bendata: ne emerge un bel dialogo a tre voci, tra alunna 3, 4 e alunno 5, dove tutti convergono sul punto di vista che la fortuna è dispensatrice di vantaggi e svantaggi in modo irrazionale, imprevedibile, come sintetizza, in modo incisivo, l'alunno 5: “La fortuna è cieca: oggi tocca a me, domani tocca a te!”
I dialoghi si concludono con una riflessione sul valore dei talismani legati alla fortuna. Partecipa un buon numero di alunni: alcuni riportano esempi altrui, mentre due alunne testimoniano la propria esperienza: alunna 3 e alunna 6 raccontano di indossare, prima di ogni gara di pattinaggio, un portafortuna, per scaramanzia.
Per terminare il lavoro gli alunni scrivono un aforisma personale sulla fortuna, ne viene infine compiuta una lettura, a scelta tra i più rappresentativi, in classe.
CONFLITTI di GENERE
Mercoledì 10 aprile abbiamo affrontato l’idea di tolleranza dichiarando le nostre impressioni dopo la visione di immagini illustrate alla LIM. Poi abbiamo iniziato un “dibattito” sulla tolleranza religiosa e sessista che ha coinvolto tutta la classe. Abbiamo espresso le nostre opinioni sul razzismo e sulle differenze maschili e femminili.
Sofia
Durante la seconda lezione abbiamo parlato dell’intolleranza tra uomini e donne. Ci siamo messi tutti in cerchio per confrontarci meglio. L’insegnante ha video proiettato alla lim foto di uomini e donne: la prima era una suora, la seconda era una sposa, la terza una modella, la quarta era una musulmana e nell’ultima c'era uno sceicco.
Abbiamo parlato dell’usanza del velo: la suora lo indossa per religione, la sposa indossa il velo per tradizione, perché nei matrimoni, di solito, si indossano i veli, ma non è obbligatorio, la musulmana indossa il velo per religione, mentre lo sceicco indossa il velo per distinzione sociale.
Filippo
Il secondo collage, invece, ha acceso una discussione poiché era rappresentata l’inversione di ruoli, nell’ambito lavorativo, di uomini e donne. Un uomo che lava i piatti, una camionista, un ballerino e una calciatrice: secondo alcuni, l’uomo che lava i piatti piuttosto che la camionista sono lavori che non si dovrebbero “invertire”, perché molte volte il lavoro rappresenta il tuo sesso.
Anita
Abbiamo parlato di razzismo, tolleranza, intolleranza e religione. Tolleranza vuol dire che sopporti invece intolleranza che non lo fai. Le persone chiamate razziste sono contro le persone di colore: io non le tollero.
Ognuno ha parlato della propria tolleranza ed intolleranza.
All'inizio della seconda ora l'esperto ha chiesto alla classe: “Secondo voi l'uomo può fare un lavoro da donna o viceversa?” A me sembra strano ciò: è pesante che una donna faccia i lavori da uomo.
Rrezon
LE DIPENDENZE: WORK in PROGRESS
Infine la terza ed ultima lezione abbiamo affrontato l'argomento delle dipendenze, specialmente, quella sull'uso del telefono: ognuno ha ammesso di usare tanto il telefono e, per farci riflettere ancora di più, il filosofo ci ha fatto vedere un video, “Attacco al cervello”, in cui si spiega che l'uso del telefono, del pc sta modificando la mente e il modo di pensare; alla fine, come nelle precedenti lezioni, ci ha dato un post-it su cui scrivere un messaggio o un avvertimento alla popolazione del futuro.
Prima che suonasse la campanella abbiamo ringraziato il prof. Eddi Vencia.
Cecilia
COMMENTI PERSONALI
Queste lezioni mi sono piaciute molto per gli argomenti scelti, perchè aiutano ad esprimersi meglio, anche con persone mai viste prima.
Beatrice
Secondo me i dialoghi sono importanti per aprire la mente, aiutarci a ragionare e riflettere in modo “più aperto” alle varie diversità. In questo modo impariamo a rispettare gli altri, in particolare chi è diverso da noi. Inoltre ciò ci ha aiutato ad esprimere le nostre emozioni più profonde, affrontando problemi personali.
Federico
L’attività col prof di filosofia mi è piaciuta tantissimo, perché ognuno di noi si è espresso, e le nostre risposte non erano o giuste o sbagliate, ma erano i nostri punti di vista. Tra la prima la seconda e la terza lezione, ho apprezzato di più la seconda.
Matteo
Mi è piaciuta di più la seconda lezione, perché molte persone si esprimevano e quindi c’era più dialogo, mi è piaciuta anche perché ho capito che ci sono persone che pensano che le donne debbano fare lavori casalinghi o che gli uomini che indossano la gonna siano strani, fuori dalla massa.
Cecilia
I dialoghi filosofici mi interessano molto, perché tirano fuori, da dentro, un aspetto di me che non mostro mai a nessuno: posso pensare quello che voglio e condividerlo con gli altri ed esprimere la mia opinione, senza conseguenze negative; ciò ci fa capire una parte della vita molto importante per tutti.
Sofia
Per come la penso io, non bisognerebbe classificare una persona per quello che le piace fare. Siamo liberi.
Anita
Secondo me uomini e donne possono vestirsi liberamente, fare il lavoro che vogliono. Spesso noi, uomini e donne, veniamo presi in giro per come siamo, ma io come consiglio di non dare ascolto e continuare per la propria strada.
Filippo
Il 10 aprile invece abbia affrontato una lezione sui mestieri e sulla sessualità: ad esempio perché un maschio non possa indossare abiti femminili, mentre la femmina si!
Io mi ricordo di aver scritto un poema, quando è giunta la fine dell'ora, perché sì la seconda lezione è stata spettacolare oltre che la mia preferita, perché il professore è riuscito a farci parlare molto.
Io penso che ormai, al giorno d’oggi, non si riesca più ad essere se stessi, per paura di prendere pesci in faccia, oltre che essere deriso, cosa che nel 2019 dovrebbe finire!!
Ognuno di noi ha pregi e difetti, ma non è quello che ci caratterizza; tutti noi, compreso io, prima di giudicare, dovremmo assicurarci di essere perfetti, e fidatevi nessuno lo è, NESSUNO! Quindi anche se è difficile, occorre continuare per la tua strada,anche se ci saranno sempre situazioni o persone che tenteranno di impedirtelo.
Guardati, anzi guardiamoci insieme e non smettiamo di credere nell’impossibile, perché tutti noi siamo speciali per come siamo, ma, soprattutto, nei momenti piu brutti della nostra vita, SORRIDIAMO!
Lorenzo
Questi dialoghi filosofici mi sono paciuti, perchè tutta la classe è riuscita a parlare, confrontandosi. Mi è piaciuto di più il secondo incontro perchè la classe ha espresso le proprie opinioni, confrontandosi e discutendone rispetto al primo in cui eravamo più " chiusi " e al terzo, dove eravamo " troppo aperti".
Nicola
Secondo me quest’attività è stata molto divertente.
In primis perché è una cosa interessante dare delle risposte a ciò che non ha risposta, esprimere la propria opinione che può essere diversa dagli altri, e, allo stesso tempo, comprendere quali sono le motivazioni di quelle opinioni.
Davide
Ringrazio l'esperto che è venuto. perchè mi sono piaciuti molto questi dialoghi con la classe sugli uomini e le donne.
Il discorso che mi è piaciuto è stato quello sui lavori.
Rrezon