Viaggio d'istruzione a Torino per le classi terze della scuola media
Un'esperienza straordinaria, fra tradizione, cultura e effetti speciali
giovedì, 09 gennaio 2020
Argomenti
Il 28 novembre 2019 gli alunni della terza Media di Dogliani e Farigliano sono andati in gita a Torino
Il 28 novembre 2019 gli alunni della terza Media di Dogliani e Farigliano sono andati in gita a Torino.
La meta è stata scelta per visitare la sede del quotidiano “La Stampa”, a conclusione di un lavoro strutturato, svolto in classe seconda, aderendo al Progetto “A scuola di giornalismo con Piero Dardanello”. Della testata si sono visti gli spazi della Redazione, in cui i giornalisti lavorano per dare vita quotidianamente ad un nuovo giornale, in edizione cartacea e sul web. Alcuni locali dell’edificio sono però adibiti a Museo: lì si è conosciuta la storia della testata ed è stata osservata l’evoluzione degli strumenti usati per ricevere notizie, scriverle e pubblicarle.
Il viaggio a Torino ha consentito anche di osservare una città la quale è stata molto importante nella storia italiana che stiamo studiando: fu la capitale prima del Ducato di Savoia, poi del Regno di Sardegna e infine del Regno d’Italia. Passeggiando per il centro, infatti, ci si è soffermati a spiegare la storia e l’architettura di alcuni monumenti: Palazzo Reale, principale residenza dei Savoia, in particolare di Carlo Alberto, il quale in una sala detta “del Consiglio” firmò lo Statuto che istituì la monarchia costituzionale e che concesse la libertà di culto; Palazzo Madama, sede del Senato; Palazzo Carignano dove c’era la Camera dei Deputati.
La visita alla porta Palatina e ai resti di teatro romano, inoltre, ha consentito di ricordare il periodo di fondazione della città; l’ingresso nel Duomo per osservare la teca che custodisce la Sacra Sindone, infine, ha fatto rievocare le caratteristiche, il significato e soprattutto le vicissitudini subite dalla reliquia.
Il percorso di visita si è concluso alla Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema. Qui la scolaresca è stata divisa in gruppi, ciascuno dei quali ha preso parte a una caccia al tesoro o a laboratori sul set, attraverso cui si è sperimentato come si lavora per realizzare dei film. A seguire, tutti hanno avuto la possibilità di salire sulla cabina ascensore, con pareti in cristallo trasparenti: essa, all'interno della Mole Antonelliana, effettua una corsa da 10 metri fino agli 85 del "tempietto", da dove si può ammirare una veduta della città di Torino.
***
Noi alunni della III A e della III C abbiamo iniziato la nostra visita alla Mole Antonelliana, addentrandoci nell’incantevole mondo del cinema. Accompagnati nel salone principale dalla guida, abbiamo ascoltato la breve spiegazione, meravigliati da ciò che vedevamo intorno: un enorme salone illuminato da una luce soffusa ospitava delle invitanti poltrone rosse, orientate verso un maxischermo. Rosse erano anche le tende, che sembravano sipari da teatro. Il percorso continuava lungo delle balconate in salita, con vari oggetti da esposizione, molto suggestivi. Tutto intorno alla sala c’erano scenografie, statue, schermi e cartelloni. Al centro si vedevano i cavi dell’ascensore che arrivava fino al soffitto della cupola interna.
Al primo piano abbiamo iniziato un divertente laboratorio: divisi in piccoli gruppi, abbiamo inventato la trama di un film, attribuendo un prezzo alle varie fasi di progettazione, come la scelta del casting, gli studi o il montaggio, in modo che la somma finale fosse di venti milioni di euro.
In seguito abbiamo fatto una caccia al tesoro, grazie alla quale abbiamo esplorato il mondo del cinema attraverso schermi, schizzi, attrezzature scenografiche, foto e oggetti interattivi, davanti ai quali ci siamo meravigliati come bambini.
La visita è proseguita fra allestimenti che parevano set cinematografici e stupefacenti giochi di luce, ombre, colori, con cui abbiamo capito come si è sviluppato il cinema nel corso degli anni. Abbiamo anche visto alcune parti dei primissimi film, come quello – molto famoso - in cui arriva un treno: in passato ha spaventato molti spettatori, che credevano che il treno fosse reale.
Grazie ad un ascensore trasparente che passava all’interno della Mole, siamo arrivati in uno dei punti più alti dell’edificio, da cui, un po’ spaventati ed un po’ estasiati, abbiamo potuto vedere da un’altezza vertiginosa tutta la città di Torino.
Per tutta la visita sono rimasta incantata e non mi sono mai annoiata, perché le spiegazioni sono state brevi, in modo da avere più tempo per esplorare in libertà il museo.
Le spiegazioni degli insegnanti sono risultate più interessanti perché, conoscendoci, hanno saputo come mantenerci attenti e interessati.
Noemi R. – III A
***
“Magie sullo schermo: gli effetti speciali digitali” è il titolo del laboratorio al quale hanno partecipato gli alunni della III B insieme ad un piccolo gruppo della III E e della III F.
Si è svolto in un’aula set, con l’apparecchiatura per fare riprese e un computer. Un educatore ci ha fatto conoscere delle tecniche utilizzate nel cinema per realizzare eventi impossibili da far accadere realmente: ad esempio un personaggio che in una scena si mostra doppio oppure sparisce all’improvviso; o ancora riesce a far eseguire ad una scopa il movimento di sollevarsi dal pavimento o addirittura è capace di volare. Per dimostrare che tali azioni pericolose o contrarie alle leggi di natura vengono compiute dagli uomini nei film, sono state proiettati spezzoni della serie cinematografica “Harry Potter”, in particolare quelli riferiti alle lezioni di volo del protagonista.
Ma come si creano le illusioni di realtà? Abbiamo capito che, per produrre un effetto speciale, sul set vengono svolte scene del tutto verosimili; esse diventano impossibili quando, dopo essere state riprese, sono trasferite al computer, dotato di un programma che origina il trucco. Per sperimentare tale tecnica, alcuni alunni sono stati scelti per girare le scene: ad esempio Cecilia e Luca per rappresentare quella della scopa. Non è stato complicato, perché gli attori dilettanti, in una mano sollevata quasi ad altezza spalle, hanno solo dovuto stringere un manico di scopa che, ad un certo punto, hanno lasciato cadere a terra. Ma il computer ha trasformato il cascare dell’oggetto nel movimento contrario, ossia in sollevamento dal suolo. Ecco la magia… che ha suscitato lo stupore degli spettatori!
Un trucco, che, come conclusione delle attività, ha coinvolto tutti gli alunni, è stata la ripresa del gruppo mentre, con voce e gesti, esprimeva in successione emozioni differenti: prima meraviglia, poi gioia. L’immagine, rielaborata, ha rappresentato i ragazzi che osservavano il passare sopra le loro teste inizialmente di un libro, poi di un pesce. In sostanza il programma digitale ha inserito figure virtuali nella scena reale rappresentata.
Prima di uscire, si è ancora passati a visitare una sezione del Museo dedicata alla storia degli effetti speciali. Lì é stata spiegata sommariamente l’evoluzione delle tecniche per creare le illusioni di realtà: da quelle più semplici usate, prima della nascita della cinematografia, già nel teatro classico; a quelle odierne, all’avanguardia, le quali potranno condurre a realizzare film completamente digitali e, pertanto, addirittura senza attori in carne ed ossa.
Classe III B
***
Noi alunni della classi III E e III F della Scuola Secondaria di Farigliano, durante la visita al Museo Nazionale del Cinema, abbiamo partecipato ad un coinvolgente laboratorio di doppiaggio dal titolo “Senti chi parla!”, che ci ha permesso di capire e sperimentare in modo divertente e interattivo le tecniche che consentono di dare la propria voce a celebri personaggi del cinema. Il laboratorio è stato introdotto dalla visita alla sezione “Macchina del Cinema” nelle aree dedicate al sonoro e alla postproduzione.
L’attività è stata suddivisa in due parti. Nella prima alcuni di noi hanno provato a doppiare un dialogo tratto dal film “Puzzole alla riscossa”: è stato molto divertente ma anche piuttosto difficile, perché dovevamo prestare attenzione alle immagini, alle parole e a ripetere le battute sul labiale degli attori, cercando di rispettare i tempi della recitazione.
Successivamente ci siamo suddivisi in quattro gruppi e, dopo aver visto una scena piuttosto movimentata tratta dallo stesso film, abbiamo provato a scrivere le battute dei dialoghi tra i diversi personaggi, tutti animali. In seguito ogni gruppo si è trasferito nella cabina di doppiaggio ed ha inserito i dialoghi nella scena. Per rendere il tutto efficace abbiamo cercato di riprodurre le voci dei diversi animali, così ognuno di noi si è immedesimato in uno di essi. Particolarmente complesse sono state le scene corali, perché bisognava parlare all’unisono oppure in rapida successione, altrimenti si rischiava di fare una grande confusione!
Dopo diversi tentativi, durante i quali non sono mancate le risate e le “figuracce”, finalmente abbiamo “registrato” la scena. È stato divertentissimo!
Classi III E e F