Le prime in gita in Valle d’Aosta

Data:

martedì, 05 giugno 2018

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Visita al castello di Fènis e al Forte di Bard.

Il 9/05/2018 sono andata, con i miei compagni, al castello di Fenis e al Forte di Bard in Valle d’Aosta. Fortunatamente non ha piovuto molto ma solo qualche goccia quando stavo per entrare nel Forte. Quello che mi è piaciuto di più è stato il castello di Fenis.

In primo luogo ho visto l’esterno e una guida mi ha fatto notare che la ricostruzione della porta d’ingresso è stata fatta nel punto sbagliato. Il castello ha due cinta di mura. Oltrepassata la prima ho notato che sotto una sporgenza c’era scolpita una faccia e la guida mi ha spiegato che serviva come protezione dagli spiriti maligni, ma non c’era solo quella, ce ne erano altre quattro sull’altro lato del castello. La guida mi ha spiegato che il castello e le mura non erano molto spesse perché a quel tempo (nel Medioevo) non c’erano ancora i cannoni. Sul muro del castello erano presenti dei buchi in alto, da dove lanciavano le pietre, e delle aperture molto strette, che all’interno si allargavano molto, che si chiamavano feritoie.

Dopodiché io e i compagni ci siamo introdotti nel castello e siamo andati nel cortile interno in cui, sulle pareti, erano presenti degli affreschi. Questo cortile si univa ad altre stanze e una di queste era la stanza delle armi; da questa sala si accedeva alla sala da pranzo, dove ho potuto ammirare l’enorme camino che doveva scaldare tutto il castello. Finito di visitare il piano terra sono andata al primo piano, dove ho visto la cappella in cui, alle pareti, ho osservato i dipinti.

Finita la visita del castello ho mangiato e poi sono andata al Forte di Bard dove ho visto il museo delle Alpi, dove sono conservati degli animali e delle piante che vivono in Valle d’Aosta. Nella seconda sezione del museo sono andata in varie stanze che illustravano le tappe dello sviluppo e della vita dell’uomo in Valle d’Aosta. Dopo aver visitato il Forte sono tornata sul pullman con i miei compagni e durante il viaggio abbiamo parlato di quello che abbiamo visto. Secondo me è stata una gita interessante e ho imparato tante cose che non sapevo.

M. Marovelli –  classe I A

 

Mercoledì 9 Maggio 2018 sono andata in gita con i miei compagni e i ragazzi di Farigliano. Siamo partiti molto presto la mattina, diretti nella meravigliosa regione italiana chiamata Valle d’Aosta. Ero piuttosto emozionata. Era, almeno per me, la prima visita nella regione montana. E le mete erano piuttosto invitanti: il maestoso Castello di Fenis e l’imponente Forte di Bard. Tra i due, quello che ho preferito è stato il castello.

Il viaggio è durato tre ore e appena scesa dal pullman non vedevo l’ora di sgranchirmi le gambe. Abbiamo fatto colazione in un graziosissimo parco, accanto al quale sorgeva un grande albergo. Dopo questa breve pausa, abbiamo fatto una bella passeggiata fino al castello.

Mamma mia, che splendore! il castello era meraviglioso, con le due cinte di mura, i merli ghibellini e le molte torri che spiccavano alte.

Come ci ha detto la guida, questo è uno dei castelli più belli della Valle d’Aosta, nonché uno dei più antichi e meglio conservati. Le mura esterne furono abbattute e ricostruite, ma la porta d’accesso, durante il restauro, fu collocata in una posizione errata: si capisce perché sarebbe stata troppo accessibile per i nemici.

Abbiamo attraversato dunque questo ingresso, accanto al quale, poco più in là, sorgeva una piccola torre.

Dopo questa prima porta ve ne era un’altra, sopra alla quale spiccava un bassorilievo raffigurante lo stemma della famiglia Challant. Oltrepassata anche questa seconda porta ci siamo trovati all’ombra del castello; qui la guida ci ha spiegato di come le mura fossero poco spesse, perché all’epoca non esistevano ancora i cannoni e quindi non c’era bisogno di muri troppo resistenti. Nelle parti più vicine al tetto del castello erano scolpite delle facce che io trovavo simpatiche, ma che in realtà servivano come protezione e dovevano incutere paura. Dopo questa osservazione, siamo entrati.

L’interno era umido e si respiravano nell’aria tutte le vicende che esso dovette sopportare.

Per prima cosa abbiamo visitato la cucina, che probabilmente veniva usta dalla servitù anche come refettorio. Sotto una finestra vi era un lavatoio e sul pavimento una botola che conduceva alle cantine. Sulle parete in fondo, un grande camino.

Usciti dalla cucina, siamo passati in un’ampia stanza dove si affumicavano i cibi per conservarli. Il camino utilizzato per far ciò era lungo almeno tre metri e largo uno, tanto che potemmo starci tutti e trenta senza stringerci troppo.

Poi ci siamo spostati nella camera del signore, dove vi era un bel letto a baldacchino e molte cassapanche. Il soffitto era in legno; fortunatamente ha preso fuoco solo una volta e la cosa non fu molto grave.

Dopodiché ci siamo trasferiti nella cappella, meravigliosamente dipinta. Vi era un affresco che rappresentava la famiglia Challant sotto il mantello della Madonna; il che stava a significare che tutti i membri della famiglia erano sotto la protezione divina. Oltre a questo, sulle altre pareti, c’erano delle decorazioni geometriche e floreali.

Infine abbiamo visitato il cortile: su una delle pareti era raffigurato San Giorgio nell’attimo in cui uccide il drago, mentre su quella di fronte, quella accanto all’uscita, vi era San Cristoforo con Gesù bambino in spalla. Questo era un segno di buona fortuna e buon viaggio per chiunque partisse dal castello, poiché questo santo è il protettore dei viaggiatori. Gli altri muri erano decorati da rombi.

Alla fine della visita siamo usciti. Abbiamo pranzato nell’albergo accanto al parco e poi siamo nuovamente saliti sul pullman, diretti al Forte. Qui abbiamo visitato il Museo delle Alpi e dopo una veloce merenda siamo partiti per casa. Ero stanca, lo devo ammettere, ma molto contenta, e , scorrendo le foto, mi sono resa conto di averne fatte una valanga. In definitiva la gita mi è piaciuta: la prima visita in Valle d’Aosta è stata perfetta!

A. Cerutti – 1A

Il 9 maggio 2018 sono andata in gita in Valle d’Aosta insieme ai miei compagni.

Abbiamo visitato il castello più famoso della Valle d’Aosta, ovvero il castello di Fènis, ed il Forte di Bard.

Per me è stato molto interessante! Poter vedere dei castelli veri e propri mi è piaciuto molto e, sinceramente, ero anche un po’ emozionata!

Il Forte di Bard era bello, ma a dirla tutta mi è piaciuto di più il castello di Fènis con tutti i suoi meravigliosi affreschi! E’ incredibile che dei dipinti tanto vecchi siano rimasti intatti e con la loro antica bellezza!

Comunque torniamo a noi…

Quando sono partita ero già abbastanza contenta, ma non sapevo che mi stesse aspettando qualcosa di tanto bello!

Arrivata nei pressi del castello mi sono fermata per una breve pausa e non vedevo l’ora di raggiungere quel magnifico maniero.

Dopo la pausa mi sono finalmente incamminata. Giunta all’ingresso della fortezza ho notato lo stemma degli Challant, la famiglia dei nobili padrona del castello. Era uno stemma molto semplice, anche se rappresentava una famiglia tanto importante.

Entrata nella prima cinta di mura ho guardato in alto. C’era una faccia scolpita nella pietra, a dir la verità un po’ inquietante, e la guida ci ha spiegato che serviva proprio a spaventare i nemici che riuscivano ad entrare.

Superata la seconda sono andata dentro al castello e la prima cosa che ho visto sono stati dei bellissimi affreschi. Erano stati dipinti probabilmente per abbellire e dimostrare che il padrone del castello doveva essere tanto potente da potersi permettere una tale meraviglia!

All’interno purtroppo non c’erano gli arredi autentici, dal momento che dopo la morte di Bonifacio I la famiglia Challant iniziò a decadere e non riuscì più a mantenere il castello per i troppi debiti: perciò esso venne venduto e finì poi abbandonato a dei contadini.

Anche al Forte di Bard è successa all’incirca la stessa cosa.

All’inizio fu usato per difendere la Valle d’Aosta dai francesi. Carlo Felice di Savoia lo fece anche ricostruire e ampliare dopo che Napoleone l’aveva assaltato, perché temeva nuove invasioni, ma non ce ne fu più bisogno. Per un po’ di anni non venne più utilizzato, finché non venne usato di nuovo, anche se come prigione.

Quando però non ci furono più prigionieri e i costi delle guardie e dei soldati stavano diventando proibitivi, cadde di nuovo in disuso, ma questa volta definitivamente.

O almeno fino a quando la Regione Valle d’Aosta lo ha restaurato e ne ha fatto un museo.

Dopo la visita al Forte sono ripartita con i miei amici.

Tornata a casa non avrei più smesso di raccontare tutte le belle cose che ho visto e che non sapevo nemmeno esistessero, ero davvero entusiasta!!!

 A.L. Ajraldi    – I A

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