3 dicembre 2020: Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Il lockdown, la lontananza, lo stravolgimento delle abitudini diventano meccanismi empatici per comprendere meglio il mondo della disabilità

Data:

domenica, 27 dicembre 2020

Argomenti
Comunicato
Logo Giornata Disabilità.png

Dalla III C della secondaria di primo grado, una serie di considerazioni e riflessioni

Durante il periodo di lockdown a causa del covid-19 il sentimento che ho provato di più è la noia noia noia noia noia noia noia noia noia noia noia noia noia.

 

Mi sono sentito solo

                                                                                               Victor

 

Questo periodo di lockdown ha costretto tutti noi a privarci di tante cose che prima facevamo normalmente. Fino al febbraio scorso potevamo andare in giro ovunque senza dover indossare la mascherina, praticamente non avevamo limitazioni. A causa della pandemia tutta la libertà ci è stata tolta e dobbiamo stare chiusi in casa.

Noi ragazzi non possiamo più praticare gli sport che amiamo e  questo genera una sofferenza che ci avvicina al mondo della disabilità. Questa condizione particolare ci accomuna tutti quanti e rende meno marcate le differenze tra le persone. Tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa: chi ai viaggi, chi al proprio sport preferito.

Io capisco bene ora, per esempio, come possa  sentirsi smarrito un ragazzino che non può correre.

 

                                                                   Andrea              

 

Buongiorno a tutti! Io sono Chiara, ho tredici anni e sono nell'età dell’adolescenza, quando  bisognerebbe uscire con gli amici, fare passeggiate, praticare sport…

Però tutte queste cose adesso non si possono fare a causa del Covid.

Tuttavia, non ci dobbiamo lamentare, perché ci sono persone intorno a noi che tutte queste cose non le possono MAI fare.

Ci sono alcuni che li prendono in giro pensando che siano  più deboli, ma loro sono più forti di noi. Altri li trattano come scarti che non servono a nulla, ma non è così, loro sono persone come noi che hanno tutto il diritto di vivere la propria vita, di seguire i propri sogni e passioni, di sentirsi  parte di una famiglia.

Loro ci trasmettono speranza, forza, autostima e ci spingono ad  andare avanti. Noi dobbiamo metterci nei loro panni per capire quanto sia difficile la loro vita.

E come, rispettando le regole per sconfiggere  il Covid, possiamo contribuire a debellarlo, così,  con il giusto atteggiamento, possiamo far sorridere tante persone.

Un piccolo gesto può portare grandi risultati!

Chiara

 

Il 3 dicembre è un giorno molto significativo non solo per le persone con disabilità, ma anche per noi, perché ci aiuta a capire molte cose a cui non faremmo caso nella quotidianità.

Il lockdown ci ha tolto, ma ci ha dato anche di più sotto questo punto di vista. Adesso noi ci lamentiamo perché non si può uscire e vorremmo ritornare alla quotidianità,  ma non abbiamo riflettuto sul fatto  che  ci sono persone che non hanno mai vissuto una normale giornata potendo camminare e vedere o sentire. Queste persone starebbero in casa intere  giornate pur di poter camminare o vivere come tutti gli altri!

A volte c’è addirittura qualcuno che punta  il dito sui piccolivantaggiche vengono  dati alle persone con disabilità, mentre è solo una possibilità data  loro per far sì che la vita sia il più possibile uguale alla nostra; non dobbiamo essere egoisti nei confronti di coloro che vogliono solo vivere. Per affrontare le disabilità bisogna essere persone molto forti e per queste sfide non si deve pensare a cosa non si riesce a fare, ma a cosa si può fare.

Occorre coltivare le  abilità per cui si è predisposti.

Un esempio straordinario è, a mio parere,  lattivista statunitense Helen Keller che, anche se nata cieca e sorda, ha sfruttato  il senso del tatto e, grazie a molta forza di volontà, ha imparato a parlare con laiuto delle vibrazioni sulle labbra degli altri ed è riuscita anche a leggere il Braille ( puntini in rilievo) e a studiare varie lingue.

Ma anche Alicia Alonso che, nonostante la sua cecità, ha imparato  a ballare ed è diventata una grande ballerina cubana; questi esempi ci ricordano che, nonostante tutte le avversità della vita, ci si deve sempre rialzare e combattere, perché si se rimane  chiusi non si può vivere.

Per le persone con disabilità le cose migliori e più belle del mondo non si possono vedere né toccare: si devono sentire con il cuore. Perché codeste non hanno meno diritti di noi di essere felici e dovrebbero anche avere più possibilità di esserlo.

Benedetta

 

                              

Il 3 dicembre è la giornata delle persone con disabilità.

Io mi collegherei subito alla brutta pandemia che ci ha colpiti e che  ci aiuta a capire quello che passano le persone con disabilità perché loro tutta la vita devono a rinunciare a molti hobby e passioni.

Noi che non abbiamo quel tipo  di problemi non dobbiamo dire che siamo sfortunati perché non lo siamo per niente, sfortunati sono quelli che soffrono tutta la vita.

Eppure sono proprio loro che ci insegnano  che non bisogna arrendersi mai, perché anche la loro vita è bella. Ognuno di noi ha punti deboli ma loro sono eroi perché anche se si trovano in una condizione difficilissima, non si arrendono, ma continuano e noi dobbiamo prendere esempio da loro.

Secondo me è fondamentale farli  sentire  uguali a noi perché lo sono: trattandoli diversamente  li penalizziamo e li facciamo soffrire.

Umberto

 

 

Ormai da quasi un anno, a parte la pausaestiva, noi italiani e tutto il resto del mondo siamo costretti al lockdown: ci mancano i baci e gli abbracci con le persone care, andare a fare shopping nei negozi e nei centri commerciali, una cena al ristorante o una semplice passeggiata al parco

Molta gente si lamenta di queste restrizioni che sono state emanate per la tutela della nostra salute e di quella degli altri.

Alcuni di noi faticano ad accettare queste proibizioni, non pensando che, al mondo, ci siano davvero tante persone con disabilità. Questultime sono costrette a combattere, ogni giorno della loro vita, contro delle barriereche impediscono loro di compiere delle semplici e, per noi, scontate azioni, come parlare, camminare, sentire....

Dobbiamo ricordarci che le parole che utilizziamo hanno un peso: alcune regalano apprezzamenti e complimenti, altre, invece, riescono a ferire nel profondo, perché fraintese o espresse in modo inappropriato.  Ognuno di noi possiede il proprio carattere, alcune persone dosano le parole con leggerezza e un pizzico di menefreghismo, mentre altre la vivono come unoffesa vera e propria.

Invece di giudicare sempre le cose viste dallesterno, dovremmo imparare a metterci nei panni altrui cercando di percepire i reali motivi che hanno spinto una persona ad assumere certi atteggiamenti.

Esistono ancora pregiudizi nei confronti di chi ha delle disabilità, perché molti credono che essi abbiano dei privilegi, come ad esempio i parcheggi adibiti più vicino ai  servizi che, in realtà, non sono affatto dei vantaggi, ma servono solo ad aiutare queste persone a compiere azioni quotidiane, per noi  molto semplici e di poca importanza.

Nel 1992, è stata istituita dallAssemblea Generale delle Nazioni Unite la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, allo scopo di sostenerle ed includerle pienamente in ogni ambito: il 3 dicembre.

E ricordiamoci cheSIAMO TUTTI UGUALI, MA TUTTI DIVERSI E OGNUNO DI NOI è UNICO E SPECIALE CON I PROPRI PREGI E I PROPRI DIFETTI!!! 

Miriam

 

A marzo siamo stati colpiti dal virus Covid-19 che ha posto dei limiti alla vita spensierata che trascorrevamo: il virus ha fermato leconomia di tutto il mondo, messo un freno ai divertimenti con gli amici e alle feste, ma la cosa che ha colpito in modo diretto tutte le famiglie è stata la quarantena.

La quarantena”. Una cosa a me estranea dato che non ci ero mai stato ma riflettendo con i miei compagni ho capito che alcune persone vivono costantemente in uno stato di quarantena: le persone con disabilità, queste persone sono uguali a noi, ma per fare delle normali azioni come uscire con gli amici, fare una corsa rilassante o studiare hanno bisogno di piccoli aiuti e spesso vengono isolati perché considerati diversi o invidiati perché hanno, non dei privilegi come spesso si dice ma delle agevolazioni che sicuramente preferirebbero non avere.

Riflettendo ho preso atto che la disabilità sta negli occhi di chi guarda perché se una persona considera un ragazzo con disabilità come qualunque altro, ad esempio studia e fa i compiti con lui, si diverte e lo fa sentire utile, anzi indispensabile, non ci si accorge della differenza tra luno e laltro e si sentono entrambi persone migliori.

Federico

 

Anche se posso sembrare troppo esuberante, da sempre quando incontro una persona con disabilità cerco di essere gentile ed instaurare un'amicizia con grande rispetto nei suoi confronti. Fin da piccolo, rimanendo in negozio con mia mamma, ho potuto incontrare varie persone con diversi tipi di disabilità e mi sono accorto che anche con un piccolo gesto come un saluto, un sorriso, un abbraccio le puoi rendere felici. Trovo assurdo che nel 2020 ci siano ancora, in un paese come il nostro, tante barriere architettoniche che limitano i loro diritti, come l'accesso alle strutture e le opportunità lavorative, ma noi con le nostre famiglie possiamo promuovere iniziative in loro favore. Uniti si può dar voce a chi non ce l'ha, sensibilizzando le persone che hanno il potere di far cambiare le cose. Con la pandemia la cosa che mi ha spaventato è stata la solitudine e il mancato contatto con gli amici e i miei cari, quindi se questo sentimento ha ferito me, chissà quanto può far male alle persone con disabilità!

Romano

 

In questo periodo, in cui le restrizioni per arginare la diffusione del COVID-19 limitano le nostre libertà, abbiamo avuto l’occasione di riflettere su cosa provano, sempre o quasi sempre, le persone con disabilità. Infatti in questo momento non possiamo andare a fare lo sport che amiamo, non possiamo uscire con i nostri amici, e se usciamo non stiamo un minuto rilassati, perché con la mascherina si “soffoca”, bisogna disinfettarsi le mani molto spesso, bisogna stare a un metro di distanza…

Ed è proprio così che si sentono le persone con disabilità, sono stati privati della loro libertà. Mentre noi ci stiamo perdendo uno dei periodi più belli della nostra vita, per loro sarà sempre così.

Per esempio se un ragazzino è su una sedia a rotelle perché non riesce a camminare, non potrà mai correre con i suoi amici, giocare a nascondino… e questo non è giusto nei suoi confronti, perché li vede divertirsi e ridere, sapendo che lui non potrà mai fare le cose che fanno loro.

La gente, però, a volte non ha un atteggiamento positivo nei  confronti di queste persone; infatti può accadere che siano  sottovalutati o considerati inferiori o addirittura non considerati per niente. Mentre altre volte l’atteggiamento verso di essi è troppo positivo e non si basa più sull’affetto, bensì sulla pietà e sulla pena.

Però una cosa molto importante è che bisogna vedere le persone con delle disabilità diverse da noi, perché siamo tutti diversi, ma soprattutto unici perché appunto bisogna guardare i pregi e non solo i difetti!

Giada C.

Pagina generata il 2022-09-30 16:22:39
SCUOLASTICO: 202208250858
Bootstrap Italia: 1.5.2
Tema: 01